venerdì 27 gennaio 2017

Adam Lambert parla dei Queen, il futuro della musica pop, il nuovo album e la cultura gay.

Adam Lambert sta per mettersi in viaggio— di nuovo. Il cantautore ha in programma un tour estivo nel nord america come frontman dei Queen, assieme ai membri viventi della band Roger Taylor e Brian May.

Non è certamente la prima volta che Lambert sale sul palco con la band, con la quale si è esibito in diverse capacità fin dalla sua apparizione ad American Idol nel 2009, ma questo tour nordamericano negli stadi potrebbe essere il più ambizioso ad oggi. Per Lambert, la collaborazione non è un tentativo di mettersi nei panni di Freddie Mercury: "Non sto cercando di sostituirlo!" dice Lambert. "E' più che altro una celebrazione dell'eredità della band. Sono un fan che ha avuto una magnifica opportunità di poter cantare queste canzoni - di riportare in vita le canzoni.”

Lambert ha parlato con TIME riguardo le dinamiche con i Queen, del sound della sua nuova musica e di come le cose sono cambiate per gli artisti gay.

TIME: C’è stata un’intesa istantanea con gli altri membri dei Queen?
Adam Lambert: E’ stato ovvio a tutti e tre che questa intesa sembrava tutta molto naturale. A loro è piaciuto quello che stavo facendo musicalmente. Sembrava connesso. E da li le cose han preso un impennata. Dopo quella performance [di American Idol] mi dissero, “Hey, siamo interessati a fare una cosa.” e io risposi “Si, anch'io, ma aspettate un attimo - lasciatemi far uscire il mio album.” E poi è successa una cosa dopo l’altra.

Com’è suddiviso il pubblico in questi concerti - sono principalmente fan dei Queen, o fans tuoi?
Non saprei dirti esattamente qual è la divisione, ma quando guardo nel pubblico riconosco fans che ho visto ai miei concerti. Poi vedo un sacco di papà - persone che sono grandi abbastanza per essere i miei genitori. Dipende anche da dove siamo, ci sono molti giovani che vengono. All’inizio, non avevo idea di come i fan irriducibili dei Queen mi avrebbero accettato. E’ una cosa che mi intimidiva. Questo è un terreno sacro. Ma fin dall’inizio, mi hanno accolto calorosamente. Col passare degli anni diventa sempre più facile.

Che differenza c’è tra l’essere sul palco con i Queen opposto a quando sei in tour con la tua musica?
Alcune delle canzoni in scaletta sono assurde - molto esagerate.  Siccome il pubblico già ama le canzoni, so che posso spingere quanto voglio. E’ la cosa più liberatoria che ci sia. Mi chiedo, da quando in qua non si guarda più un artista ed esso ti fa ridere? Dov’è tutto ciò nella musica? Negli anni ‘70 e ‘80 c’era molto di questo. Era tutto molto eccessivo. Non si prendevano così sul serio.

E’ diventato più facile essere una pop star maschile? Sicuramente ce ne sono di più in classifica, rispetto ad una volta.

Molte grandi popstar maschili che hanno successo al giorno d’oggi, nella mia opinione, sembrano tutte avere un certo comportamento. E’ molto omogenizzato; molti di loro di vestono e si esibiscono nello stesso modo. Credo che l’idea sia, “Pensi che tu possa essere il suo migliore amico, o è lui qualcuno con cui vorresti passare la notte?” Ci sono queste due tipologie.

E tu dove ti vedi questo paesaggio pop attuale?
Quella è la cosa più difficile per qualcuno che fa parte di questo mondo fin dai tempi di Idol, sette anni fa, quando tutto è iniziato. Sei un identità conosciuta - ed è una buona cosa. Ti sei costruito un fanbase. Ma certe volte cambiare la mente delle persone, o portarli in una nuova fase della tua carriera, è difficile. Mentre ci sono persone che amano scoprire cose nuove. Se amano una nuova canzone: “Non so chi è che la canta, ma la canzone è fantastica.” Non so come le persone guardino al talento al giorno d’oggi - credo vada più a sensazioni.

Sembra come che il sound della musica più popolare stia tornando verso dei suoni organici, abbiamo una nuova bolla EDM [Musica Dance Elettronica].
I ritmi si sono rallentati. Ci sarà sempre il pubblico dei festival, e sono sicuro che sia qualcosa che ci sarà sempre per i giovani -  vogliono andare ai festival e provare varie droghe. Ma, più importante delle droghe, per alcune persone è l’essere tutti in un ambiente comune a godersi della musica. C’è qualcosa che percepiamo come gruppo, che non capita spesso attualmente, perché siamo sempre nascosti dietro ad un telefono. Tutti sono distaccati dagli altri perché distratti dal telefono tutto il tempo, c’è così tanta forza in un’esibizione dal vivo che non trovi da nessun'altra parte.

Sei stato il primo artista gay ad ottenere il primo posto nelle classifiche degli album, una pietra miliare per questo ambiente. Come sono cambiate le cose per gli artisti LGBTQ?
Ci sono stati dei momenti in cui l’essere un artista gay, nell'industria musicale, mi ha demoralizzato. Ha creato dei casini nella mia testa. Mi ha fatto sentire un po’ insicuro. Non so in realtà quanto la comunità gay supporti i suoi membri - sarebbe bello se ci potessimo sostenere un po’ di più. Esprimiamo il nostro odio verso se stessi - ma è interessante, perché è anche una cosa generazionale. Mi sembra che i ragazzi che stanno crescendo ora siano molto più speranzosi. Guarda anche tutta la parte sulla fluidità di genere che sta diventando così comune ora. I ragazzi crescono meno attaccati agli stereotipi di genere. E’ divertente, perché vedo dei giovani con lo smalto e del glitter e mi viene da pensare “Credete che sia qualcosa di nuovo? Io lo sto facendo da anni.”

Qual é la sfida più grande che hai affrontato?
Quando ho fatto i provini per Idol ero in un buon posto per quanto riguarda chi e cosa ero. Non mi vergognavo. Dopo Idol, ci sono stati dei momenti in cui mi sono vergognato della mia identità perché mi avevano fatto sentire così, indirettamente -  dall'industria in cui ero, dall'essere una figura pubblica, dal venir giudicato da gruppi di persone che non avevo mai incontrato prima. Frequentavo artisti e persone strane e all'improvviso Susie Homemaker[casalinga a tempo pieno]mi giudica per come mi vesto o chi bacio. Di conseguenza, l’industria musicale e radiofonica mi dicono, “Forse non è di tendenza. Non faremo soldi su questo per via di Susie Homemaker.” Quello mi ha sconvolto, ho avuto anche un momento qua e la in cui ho pensato, “E’ qualcosa che devo proprio fare? Sono felice? Mi piace quello che faccio? Ne vale la pena?” Ritornavo sempre a pensare a quando sono su un palco, di fronte al pubblico, “Questo è quello che sono nato per fare.” C’è stato molto contro cui ho dovuto lottare.

Stai lavorando ad un altro album da solista - su che sound stai lavorando al momento?
Voglio provare a fare qualcosa di diverso da quello che ho fatto finora. C’è molto più blues e naturalità. Voglio tornare ad avere strumenti dal vivo - mi piacciono la chitarra e il basso. Lo voglio fare più che altro per me stesso. Se poi alle persone piace, bene.

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