venerdì 7 novembre 2014

Recensione di VH1 del concerto al Madison Square Garden.

Traduzione dell'articolo di VH1 del 19 Luglio 2014

Non può essere facile essere Adam Lambert in questi giorni. Certo, sta vivendo la fantasia rock ‘n’ roll di tutti, essere il frontman della iconica rock band Queen, in un arena tour in giro per il paese. In superficie la sua vita sembra andare avanti in un modo incredibile, ma ho cominciato a pensare nuovamente, mentre mi avvicinavo al Madison Square Garden giovedì sera. Mi aspettavo di vedere una folla mista, Glamberts, che hanno seguito la carriera di Adam fin dai suoi giorni ad American Idol e fan del rock classico felici di sentire quelle canzoni suonate live ancora una volta.
Ma le maglie ben indossate dei Queen erano talmente tante che l'amore per Lambert sembrava sparire sempre di più mentre prendevo posto.

Lui sta per suonare davanti ad una folla di 20 mila persone (New Yorkers, niente di meno!), che sembravano tutti pensare la stessa cosa: "riuscirà questo ragazzo a farcela?" Sotto pressione, decisamente.

Di solito il terrore di esibirsi davanti a queste grandi arene è (leggermente) attenuato dal fatto che sai che tutti i presenti ti amano o a cui almeno piaci abbastanza da fargli spendere dei soldi. Ma Lambert sta camminando nelle enormi scarpe del caro estinto sovrano vocalist dei Queen Freddie Mercury: uno dei più grandi performer della storia della musica. Mercury ha ridefinito il ruolo del rock frontman, e le canzoni che ha scritto e cantato sono quelle più amate di questo genere. Due decenni dopo, i fans continuano a piangere per la sua tragica morte per complicazioni da AIDS nel 1991.
Nulla contro Lambert, ma questo poteva diventare pericoloso.

E' un impresa coraggiosa, ma lui non ha mostrato segni di nervosismo mentre camminava sul palco come un predatore felino che assomigliava più a Jim Morrison, e ricoperto di pelle con borchie che sembrava venire dall'era Faith di George Michael. Ma la voce? Quella era tutta Freddie.
Il testo della canzone di apertura "Now I'm Here" sembrava prendere un nuovo significato, quasi a rispondere a qualsiasi scetticismo con sfida.
Lui non ha solo raggiunto note liriche, che dobbiamo ricordare non sono facili, ma lo ha fatto con un mix di ferocia ed eleganza glam che ha fatto giustizia alla canzone. Potevi quasi sentire il respiro di sollievo collettivo dalla folla mentre Lambert cantava l'ultima nota. Andrà tutto bene.

Ma [lo show] è ben lontano dall'essere solo un karaoke di canzoni dei Queen condotto da Adam Lambert. Il virtuoso della sei corde Brian May ha preso il suo meritato posto sul palco suonando la red Special fatta in casa che è stata per tutta la carriera l'arma letale del gruppo.
La sua grandiosa capigliatura è diventata immacolata, rimanendo però intatta, conferendogli l'aria di un "Gandalf" della chitarra. Oggi compie 67 anni, ma le sue dita sono ancora rapaci come sempre. Roger Taylor (che compirà 65 anni settimana prossima) sembra appena uscito dal country club nella sua maglietta inamidata e pantaloni, ma la sua criniera robusta aggredisce la pelle dei tamburi con una furia deliziosamente scostumata.Questo show segna il ritorno dei membri rimanenti dei Queen a New York per la prima volta dal 1982. Per inquadrare storicamente la cosa, a quel tempo, Adam aveva sei mesi. Neil Fairclough sostituisce il bassista John Deacon e il personale si completa con Rufus Tiger, figlio di Taylor, alla batteria ausiliaria.Una simile lineup è andata in tour con il cantante dei Free/Bad Company Paul Rodgers, ma questa è la prima volta con Lambert.

Hanno continuato a tutto gas con "Stone Cold Crazy" prima di lanciari nella funky “Another One Bites The Dust,” che ha mandato Adam a muoversi sul palco come se fosse la sua passerella privata. "Fat Bottomed Girls" con il fantastico mix vocale tra May e Taylor, così cruciale nelle armonie che sono il marchio di fabbrica della band. L'elaborata chaise longue usata per "Killer Queen" era un pò forzata, ma era difficile non sorridere mentre Lambert si distendeva seducemente e si faceva aria con un ventaglio, trasformano il brano in un Gilbert & Sullivan Show.

"Quando mi sento solo, bevo tanto e mi ricopro di strass come ogni sensibile gay" scherza bevendo Champagne(che in realtà è acqua)dalla bottiglia e poi sputarlo al pubblico nelle prime file."Forse sto solo aspettando....qualcuno da amare". Si rivolge al pubblico in modo umile, quasi timido, che avrebbe fatto scuotere la testa a Freddie. Ma a parte questo, non ha fatto altro che farsi amare ancora di più dalla folla.
Lambert è sempre rispettoso delle leggende con cui condivide il palco, e ad un certo punto si inchina letteralmente davanti a Brian May mentre fa il suo assolo. E' sempre rispettoso della musica, e sempre grato di essere sotto i riflettori.

Lui è innegabilmente dolce e affascinante, tralasciando il fatto che è pieno di talento, ma il tutto mi lascia con un senso di vuoto.
Voglio un frontman che comanda, forte e arrogante. Ma ovviamente, ci sarebbero urla di"Come si permette? Chi si crede di essere?" se Lambert tentasse una cosa simile. E' una situazione davvero difficile, e lui ne ha tirato fuori il meglio restando nella zona sicura, con umiltà e sincerità.

Che piaccia o meno tutta la serata era perseguitata dallo spirito di Freddie Mercury. Cosa che è stata resa chiara verso metà show quando Lambert è sparito dal palco, lasciano May al centro del palco a cantare "Love Of My Life" in una versione acustica a 12 corde, come usava fare con il suo caro vecchio amico al suo fianco. "Qualcuno di voi si ricorderà- e altri non erano ancora nati- c'era un uomo chiamato Freddie Mercury," dice semplicemente, visibilmente commosso. "Ed era straordinario." Dopo aver scambiato versi con la folla, la famigliare immagine di Freddie appare sullo schermo per le ultime righe. L'elogio musicale continua con Roger Taylor che canta "These Are The Days Of Our Lives", un brano malinconico che ha scritto per l'ultimo album prima della morte di Mercury. Mentre cantava venivano mostrati video degli anni 70 che facevano ancora una volta capire che questo era un tributo, e che i Queen + Adam non stavano in alcun modo cercando di far concorrenza ai Queen del passato.
Come dice poi Adam alla folla: "Ci può essere un solo Freddie Mercury."

Dopo aver reso omaggio, Lambert è tornato in prima linea con "Under Pressure", con Roger Taylor nelle parti di David Bowie da dietro la batteria.
Da qui in poi la band ha davvero colpito senza sosta con le loro hits, “Tie Your Mother Down,” “Radio Ga Ga,” “Crazy Little Thing Called Love,” e (giustamente) “The Show Must Go On." Ma ovviamente il punto più forte è stata l'epica “Bohemian Rhapsody”, compresa del video musicale della band, e la classica esibizione di Freddie del 1986 al Wembley Stadium.

L'unico modo possibile di continuare era con i due encore, “We Will Rock You” e “We Are The Champions.” Alla fine la promessa è stata mantenuta. Ci hanno scosso per bene, i Queen sono ancora i campioni, e Lambert ha una voce qualificata/abile/adatta per far rimanere viva la loro musica ad una nuova generazione di fans. Ovviamente lui non è Freddie Mercury, e questo VA BENE.
Il minuto in cui si smette di cercare Freddie, è il momento in cui il divertimento comincia davvero.

Se prendete la traduzione citate la pagina(Italy Wants Adam), grazie!

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